Documento essenziale nella vita professionale di un dipendente, la creazione di un certificato di lavoro è spesso percepita come un’attività puramente amministrativa e dispendiosa in termini di tempo. Anche se è un obbligo legale (è stato incluso nel Codice delle Obbligazioni dal 1911), il suo contenuto e il principio di benevolenza imposto dalla legge possono renderlo uno strumento molto efficace nel coinvolgimento dei vostri dipendenti.
E se il vincolo legale fosse trasformato in un’opportunità per rassicurare e fidelizzare?
Ancora in dubbio? Ecco 3 buone pratiche per cambiare la propria percezione di questa peculiarità svizzera!
1. Utilizzare il certificato di lavoro intermedio come strumento motivazionale
La fine del rapporto di lavoro non è l’unica occasione per rilasciare un certificato formale. Il dipendente ha il diritto di richiedere un certificato intermedio in qualsiasi momento, per esempio quando c’è un cambio di manager, ruolo o organizzazione. Questi momenti sono spesso importanti per i vostri dipendenti, influenzando la loro motivazione.
Uno dei principi fondamentali del certificato di lavoro è la benevolenza: il futuro professionale del dipendente non deve essere inutilmente ostacolato. È quindi un ottimo strumento per riconoscere i risultati e gli obiettivi raggiunti, con un effetto leva positivo sulla motivazione del dipendente. Un documento che, se ben scritto, dovrebbe portare un sorriso sul volto dei vostri dipendenti e dare loro fiducia, lasciando una traccia scritta e ufficiale del vostro apprezzamento.
Ma il certificato di lavoro fornito dal datore di lavoro soddisfa le aspettative del dipendente? Come evitare possibili frustrazioni?
2. Mettere il collaboratore al centro del processo
Una soluzione per evitare disaccordi sul contenuto del certificato di lavoro è quella di rendere i dipendenti parte integrante del processo. Questa è la nozione di co-costruzione. Cosa significa? Beh, immaginate che l’impiegato possa:
- Descrivere il proprio lavoro e i propri risultati. Chi meglio del dipendente può descrivere il suo lavoro e spiegare le sue mansioni? Naturalmente, la parte valutativa del certificato di lavoro rimane al 100% nelle mani del datore di lavoro,
- Selezionare alcune competenze chiave che lo caratterizzano al meglio, per evitare che il datore di lavoro “peschi” da un elenco standard e spesso banale di competenze.
La co-costruzione permette una distribuzione efficiente dei compiti tra i diversi attori nel processo di creazione di un certificato di lavoro e permette al dipendente di sentirsi coinvolto evitando spiacevoli sorprese.
Naturalmente, questo approccio di co-costruzione è efficace solo se è supportato da strumenti adeguati.
3. Digitalizzare il processo per renderlo semplice e divertente
La gestione efficiente di un processo di realizzazione di un certificato di lavoro richiede ovviamente strumenti digitali robusti, non processi manuali. Ma robusto non significa necessariamente complesso e noioso.
Ci sono ora strumenti semplici e intuitivi per creare un certificato di lavoro, come la piattaforma svizzera MyCerty.ch. Questo comporta un flusso di lavoro automatizzato per assegnare i compiti ad ogni partecipante, ma anche la generazione automatica di contenuti per liberarvi da un lungo iter editoriale. Risparmiate tempo prezioso sulla realizzazione del certificato di lavoro, per liberare il vostro tempo per occuparvi di altri progetti e questioni strategiche per i vostri dipendenti.
Siete scettici sull’automazione dei contenuti e temete un risultato mediocre visibilmente prodotto da una macchina? È il momento di riconsiderare i vostri preconcetti. La tecnologia si è evoluta e gli strumenti HR Tech sono diventati avanzati in questo campo. La produzione di un tale documento è diventata persino divertente perché è così semplificata e accessibile a tutti.
Allora perché non produrre su richiesta un documento che sia gratificante, che riconosca gli sforzi dei vostri dipendenti e dia loro una spinta motivazionale per sentirsi ancora più coinvolti nella vostra azienda?
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